Il progetto

Il progetto SAFE – the SustainAbility of italian Film hEritage: Archival Infrastructures, Digital Preservation, Stewardship Strategies indaga la sostenibilità del patrimonio cinematografico italiano non- fiction e non-theatrical.

Il progetto è condotto in collaborazione con più archivi del segmento, una comunità quotidianamente impegnata nell’affrontare questioni di grande complessità e diversificata al proprio interno: da un lato allineata a standard internazionali o parte di federazioni riconosciute, dall’altro e non di rado ai margini di procedure e quadri istituzionali, legislativi e governativi, un complesso di archivi che dà origine a un approccio diversificato ai protocolli di conservazione e accesso e al manifestarsi di differenti soggettività e sensibilità patrimoniali e culturali.

Al suo fondo, SAFE mira a delineare una gestione responsabile del patrimonio cinematografico considerato e a immaginare narrazioni e strategie sostenibili. Un approccio collaborativo, paritario e inclusivo orientato in direzione di un concetto più ampio di patrimonio cinematografico e storia del cinema e di scambio e condivisione di conoscenze archivistiche, storiche e scientifiche in un quadro etico, transnazionale e transculturale.

La sostenibilità dei media è una preoccupazione chiave per gli studi accademici. Il settore ha beneficiato di diversi quadri teorici materialistici e critici e l’industria dello schermo sta adottando regolamenti, politiche e pratiche specifiche per garantire una corretta gestione ambientale del settore dei media (Kääpä, Vaughan 2022). Al contrario, è stata prestata un’attenzione inadeguata al settore del patrimonio cinematografico.

Dall’inizio degli anni Novanta è sorta una scienza della conservazione avanzata (Nishimura 1993; Gruppo Gamma 2000; Nissen et al. 2002) e nell’ultimo decennio si è assistito alla costruzione di nuovi depositi e centri di conservazione delle pellicole all’avanguardia in tutta Europa (Venturini 2022). La crescente quantità di oggetti digitali e l’obsolescenza dei formati analogici ha costretto a prestare sempre più attenzione alla digitalizzazione e agli standard di conservazione e accesso digitale di materiali cinematografici (Edmondson 2016; Prentice, Gaustad 2017).

Inoltre, diversi studi di settore hanno recentemente sottolineato la gestione della collezione cinematografica in termini di sostenibilità delle pratiche di esposizione e circolazione dei contenuti (Cherchi Usai 2020; Fossati 2021). Specie a fronte di una new cinema history e di nuove sensibilità culturali e della comunità internazionale archivistica che stanno dando sempre più attenzione alle aree meno esplorate degli archivi (FIAF 2022). L’emergere di nuove fenomenologie documentarie ha delineato, anche in Italia, il fiorire di nicchie di notevole interesse (industriale, amatoriale, familiare, militare, scientifico, cinema locale, ecc.) e ha portato a nuove istanze archivistiche che stanno ridefinendo le mappe degli archivi cinematografici italiani.

L’emergere di più aree di interesse (cinema amatoriale, locale, industriale, scientifico, ecc.) ha portato alla nascita di nuove entità archivistiche e collezioni che stanno ridefinendo le mappe degli archivi italiani, mentre gli archivi storici di non fiction stanno recuperando un ruolo centrale. Con l’obiettivo di indagare la sostenibilità a contatto con le più recenti svolte innovative nell’archivistica e nella storiografia cinematografica, il corpus di Safe è costituito principalmente da Film Heritage Institutions di non-fiction, non-feature e non-theatrical, invece di indirizzare la ricerca al già considerato patrimonio cinematografico di finzione e mainstream.

Il set principale del progetto SAFE, sulla base delle disponibilità ricevute, è quindi orientato da cinque archivi principali: Archivio Storico LUCE (Roma), Archivio Cinema – Friuli Venezia Giulia (Gemona del Friuli), Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia (Bologna), Cineteca Sarda (Cagliari), Cineteca dello Stretto (Siracusa), cui vanno affiancandosi molte altre entità del segmento in via di sviluppo e formazione.

Concentrandosi su un corpus specifico e coerente di archivi cinematografici, SAFE ha tre obiettivi principali:

  • monitorare e analizzare la sostenibilità infrastrutturale dei centri di conservazione;
  • censire lo stato delle pratiche e dei protocolli di preservazione digitale del cinema;
  • raccogliere e condividere strategie di stewardship.

L’approccio metodologico di SAFE è costituito da tre framework interdisciplinari che permettono di rispondere alle principali domande e obiettivi di ricerca (infrastruttura archivistica; conservazione digitale; strategie di stewardship)

  • critical infrastructural studies e studi archivistici e museali;
  • studi sul cinema digitale e di critical digital humanities;
  • archeologia dei media, cinema history e studi sulla sostenibilità dei media.

SAFE adotta una prospettiva di ricerca collaborativa e attiva, votata a eleggere gli archivi a veri e propri partner invece che considerarle infrastrutture ancillari e ausiliarie o puri corpora e oggetti da indagare. In tale direzione, investe in azioni di ricerca applicata e in particolare nel monitoraggio delle infrastrutture della conservazione e nell’apprendimento etnografico e quanti-qualitativo delle pratiche e dei protocolli non discorsivizzati da parte degli archivi, con il fine di creare conoscenze avanzate, strumenti e competenze rispetto ai luoghi critici della sostenibilità del patrimonio condivise tra mondo della ricerca, della formazione e della conservazione dei beni cinematografici.

Sulla base del corpus considerato e degli obiettivi e metodologie, SAFE realizza le seguenti azioni e output di ricerca:

Nello specifico, la ricerca applicata prevede un monitoraggio ambientale della durata di 12 mesi su scala nazionale (più “punti” di monitoraggio archivistici sparsi per l’Italia) che prevede:
– analisi della situazione igrometrica attraverso il rilevamento tramite datalogger;
– analisi della velocità di sviluppo della sindrome acetica (con rilevamento acidità mirato a materiali campioni);
– formazione del personale interno alle istituzioni partner per creare consapevolezza negli addetti alle pratiche di conservazione e instaurare buone pratiche a lungo termine.

Al fine di potere mappare il patrimonio non-theatrical in Italia e di analizzare nuove e possibili pratiche di tutela sostenibile del patrimonio filmico, SAFE propone di censire tramite un apposito questionario le procedure e strategie implementate negli archivi italiani attraverso i tre assi di ricerca predefiniti (infrastrutture archivistiche, preservazione digitale e stewardship). La survey è stata elaborata sulla base della ricerca effettuata a monte, delle riflessioni e dei confronti emersi dai workshop di metadesign e revisionata da più di 20 esperti internazionali così da poter permettere la raccolta di dati qualitativi e quantitativi da parte di archivi oggetto della ricerca.

I risultati confluiranno in un’Atlas, uno strumento di data visualization e digital storytelling, costruito sulla base delle informazioni raccolte nel corso della survey e finalizzata ad analizzare, condividere e creare un ampio coinvolgimento interdisciplinare, intersettoriale e del pubblico intorno alla sostenibilità del patrimonio cinematografico italiano.

Per indagare la preservazione digitale e stewardship, saranno condotte interviste ai partner del progetto per elaborare parole chiave, quadri concettuali e operativi dell’indagine, specie sulla base dei risultati della Survey e delle ricognizioni preliminari presso gli archivi partner.

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